POLITICA ESTERA
Il nuovo Millennio inizia con un risvolto particolarmente tragico: l’11 settembre 2001 avviene l’attentato delle Torri Gemelle, un anno dopo la vincita delle elezioni presidenziali di George W. Bush. Tale episodio terroristico alimenta la diffusione della paura verso gli attacchi degli estremisti in tutto il mondo occidentale, contro i quali si attuano imponenti misure di sicurezza in uno stato di generale diffidenza verso le minoranze islamiche. Nonostante le precauzioni, l’Europa testimonierà diversi episodi terroristici negli anni successivi, seppur di portata minore rispetto a quello delle Twin Towers.
L’invasione dell’Iraq da parte delle forze militari americane nel 2003, concludendosi con la cattura di Saddam Hussein, culmina con lo scoppio di una violenta guerra civile interna tra l’opposizione sciita e sunnita. Purtroppo questo non sarà l’unico conflitto che il Medio Oriente affronterà durante il decennio: all’inizio del 2009 Israele avvia una dura e drammatica operazione militare contro la striscia di Gaza palestinese. In un clima di tensione generale, in cui la crisi della New Economy è protagonista, il primo gennaio 2002 l’Unione Europea introduce in dodici Paesi la moneta unica: l’Euro.
Questa epoca storica testimonia l’elezione in USA del primo presidente afroamericano: Barack Obama. La nomina presidenziale del 2008 avviene durante una situazione di forte instabilità, provocata dall’espansione a livello mondiale della crisi finanziaria iniziata l’anno precedente.
TECNOLOGIA
Il primo decennio degli anni Duemila è un periodo che non si distingue esclusivamente per un contesto storico e politico singolare: l’inarrestabile progresso della tecnologia ha definitivamente influenzato la società postmoderna, cambiandone le abitudini di consumo e l’approccio verso la realtà. Fin dall’inizio del nuovo Millennio, nei Paesi industrializzati si espande la diffusione domestica di Internet, uno strumento fino ad allora utilizzato quasi esclusivamente in contesti aziendali.
La nascita dei primi social network sconvolge irrevocabilmente la vita di ognuno di noi, diventando silenziosamente parte integrante della nostra quotidianità. Nel 2003 avviene il lancio della piattaforma LinkedIn, mentre l’anno successivo Zuckerberg fonda assieme ai suoi colleghi universitari Facebook. Nel 2005 nasce la prima piattaforma di condivisione video on-line, Youtube, seguita dal celebre Twitter, anticipatore della fiorente attività del blogging che delinea inedite figure professionali nel fashion system.
Mentre il mercato asiatico cresce esponenzialmente, la California si guadagna il titolo di baluardo della tecnologia occidentale per merito di un colosso mondiale: la Apple Inc. Nel 2007 l’azienda lancia su larga scala il device per antonomasia del nuovo millennio: lo smartphone. La multinazionale della Silicon Valley aveva già ottenuto un rilevante successo nel 2001, con l’introduzione dell’IPod – successore del MP3 player – che diventa un accessorio iconico e indispensabile dei Millennial, per riprodurre la propria musica ovunque.
MODA
Con il dominio culturale e delle tendenze da parte del Nord America in Occidente, il denim è il protagonista indiscusso di inizio secolo e lo stile casual chic predomina in ogni situazione, compresi i più formali red carpet. È l’era del “girlie-look” delle pop-culture angels, celebrità teenager di Disney Channel e cantanti del calibro di Britney Spears e Christina Aguilera. Il jeans è talmente affermato che si abbina addirittura con i vestiti, mentre la chiusura con i bottoni viene sostituita dai lacci, elemento iconico di quegli anni che, subentrando alla cucitura laterale del pantalone, lascia sempre più ampio respiro alla sensualità delle forme femminili. I look total denim sono un must, mentre la diffusione del modello flare verso la fine del decennio si arresta, sostituita da jeans slim e skinny.
Indipendentemente da cosa componga la parte superiore dell’outfit, come un crop top o una t-shirt con stampa tie-dye, per ciò che riguarda la parte inferiore, che si tratti di una minigonna (definita anche micro), un jeans dal taglio flare o pantaloni capri e cargo pants, esiste un unico diktat: la vita bassa. Sulle passerelle moda e sui marciapiedi, anche il cavallo basso guadagna una certa fama e, mentre la vita continua incontrollabilmente a ridursi, senza nessun preavviso entrambi gli stili vengono ostracizzati dai trend nella seconda decade che favoriranno modelli high waist nascondendo gelosamente i fianchi femminili e maschili.
La cintura diventa tanto irrinunciabile da essere portata in vita sopra abiti o camicie. Anche questo accessorio deve essere indispensabilmente appariscente, motivo per cui si creano modelli sempre più bizzarri, spesso decorati con finte pietre preziose. Con la stessa irruenza della coreografia del video “Don’t tell me” di Madonna, la cultura western viene riesumata riportando alla luce le classiche cinture che si contraddistinguono per la fibbia metallica piatta, spesso dorata e incisa. Svuotando di significato la parola “eccesso”, anche gli outfit più banali e minimalisti iniziano a essere completati da cinte con elementi pendenti e ciondolanti, oggi in buona parte banditi dalla maggior parte delle case di moda, che apponendo il proprio logo sulla fibbia hanno riscontrato uno straordinario successo.
La cultura musicale hip-hop americana riscuote un grandissimo consenso a livello mondiale e come conseguenza diretta effettua una forte influenza sulle tendenze del periodo. La vestibilità oversize ha una certa popolarità tra la MTV Generation, mentre la tuta da ginnastica diventa un capo emblematico da abbinare possibilmente alle Nike Air Max 97 – modello meglio conosciuto come le “silver” – che per merito della loro silhouette futuristica e della popolare “bolla d’aria” nella suola, si trasformano in un fenomeno sociale.
Reduci dalla cultura grunge, gli adolescenti dei primi anni Duemila non sono acquirenti cospicui del lusso e le varie aziende, nel vecchio Continente, continuano a preferire il canale di vendita dei multibrand rispetto all’apertura di nuovi negozi monomarca, strategia che erode significativamente la marginalità dei guadagni e il controllo sul sell-out finale. Parallelamente le catene fast fashion iniziano a crescere vertiginosamente nel panorama mondiale e il 2004 è l’anno in cui il lusso decide di democratizzare la propria immagine grazie a Karl Lagerfeld, che con la prima capsule collection in collaborazione con H&M, apre le porte al fenomeno del “masstige”.
In tutti i Paesi avanzati, il computer all’interno delle abitazioni si avvia a essere tanto indispensabile quanto la televisione, svincolandone il mero utilizzo all’interno degli uffici per ragioni di lavoro. Proprio per questo, la foto dell’iconico abito Versace indossato da J-Lo in occasione dei Grammy Awards 2000 – riproposto e rivisitato da Donatella nella collezione SS 2020 – genera talmente tanto successo una volta raggiunto il web, che Google decide di lanciare la sezione di Images, assecondando le esigenze del pubblico 2.0.
Il 2007 è un anno centrale per la moda italiana, con Valentino Garavani che dopo cinquant’anni dalla fondazione della sua azienda decide di abbandonare e affidare le redini stilistiche del suo impero ad Alessandra Facchinetti, che dopo breve tempo verrà sostituita da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli.
In seguito alla tragica morte di Yves Saint Laurent nel 2008, il 2009 si apre con la nascita di una nuova pseudo professione legata alla moda poi ramificata anche in altri settori: Chiara Ferragni dà il via al popolare blog “The Blonde Salad”, aprendo il varco al fenomeno delle fashion blogger e degli influencer.